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Ernie e Protrusioni

Cosa sono e come convivere con una delle problematiche più diffuse negli Over 35

Questo è il primo di una raccolta di Compendi informativi che ho pensato di scrivere per informare i miei clienti e non solo, su varie problematiche fisiche, su come allenarsi, su cosa è vero e cosa non lo è, riguardo al benessere, stile di vita, salute, alimentazione, ginnastica, perché c’è troppa falsa informazione in giro. Tutto questo perché desidero continuare a condividere ciò che ho scoperto e dare il mio aiuto, senza la pretesa di avere la verità assoluta in tasca ma, con il cuore di chi vuole dare il suo contributo, con l’esperienza in materia di oltre 20 anni e di innumerevoli casi trattati.

ERNIA e PROTRUSIONE

Cos’è un’ernia del disco e come conviverci. Innanzitutto sappiate che il 97% delle persone Over 35 ha una o più ernie o protrusioni, anche senza saperlo.

Il disco intervertebrale (formato esternamente da un anello fibroso ed internamente da un nucleo polposo) funge da ammortizzatore tra i due corpi vertebrali tra cui è posto.

Con il passare degli anni le strutture che lo contengono si logorano, ed in seguito a sforzi, movimenti inappropriati, troppo peso da portarsi appresso… Il disco può sporgere dal margine vertebrale schiacciando la radice nervosa provocando dolore, spesso la sciatica.

Questo fenomeno avrebbe il nome di Protrusione ma, in campo medico, per non entrare troppo nei dettagli spesso, viene chiamata anch’essa ernia.

La Protrusione, spesso è indicata come l’anticamera dell’ernia ma, se cercheremo di evitare che ciò accada, con giusta ginnastica e non troppi sforzi, non per forza questo dovrà accadere.

Come si può vedere nell’immagine sopra, l’ernia si definisce tale quando il nucleo polposo rompe la diga data dall’anello fibroso ed a quel punto erniando (rompendo, fratturando) incontrerà il midollo spinale ed i suoi nervi, procurando dolori, parestesie, impossibilità di muoversi. Ciò dipende dalla posizione di fuoriuscita dell’ernia e dai nervi che vengono “toccati” che, possono essere di tipo Motorio (bloccano i movimenti), Sensorio (danno dolore e formicolii), oppure entrambi.

Spesso il disco ernia ai lati del legamento longitudinale posteriore (punto in cui l’ernia incontra minore resistenza) che è anche la zona prossima alla radice nervosa. Gli spazi L4-L5 ed L5-S1 (L sta per lombare e S per Sacrale) sono interessati nel 96% con una quota rispettiva del 44 e 51%. Segue lo spazio L3-L4 col 5% circa.

Il livello L4-L5 interessa la radice di L5, L5-S1 interessa S1. L’ ernia rimane di solito contenuta negli involucri naturali del disco (anulus), altre volte viene espulsa e, nel 71% dei casi migra verso il basso.

Solitamente si manifesta in due tempi successivi: dolore lombare o lombalgia (mal di schiena) cui col tempo si associa la sciatica, o dolore lungo la faccia posteriore dell’arto inferiore, fino alla pianta o al dorso del piede. Il dolore alla schiena all’esordio può essere improvviso e violento, tanto da meritarsi il nome di “colpo della strega”. Altre volte a questo caratteristico dolore si associa un grave deficit motorio, realizzando quella che viene chiamata “sciatica paralizzante”.

Colpo della Strega

Indica un dolore localizzato alla schiena improvviso e violento, che “blocca” il paziente in flessione. La lombalgia spesso precede la sciatica, ma quando compare il dolore lungo la gamba, questo può prevalere sulla lombalgia, ed essere il sintomo rilevante

L’ernia del disco si manifesta spesso con la sciatica, ovvero con dolore lungo la gamba. Il dolore è dovuto alla sofferenza della radice nervosa all’origine del nervo sciatico, che viene compresso dall’ernia. Si tratta della radice di L5 o S1, con prevalenza dei sintomi verso il dorso (L5), o il malleolo esterno e la pianta del piede (S1).

La cruralgia è indice invece della compressione di L4, ed il dolore è localizzato nella parte anteriore della coscia, fino quasi al ginocchio.

Il dolore è accentuato dai movimenti della schiena, da posizioni protratte (lunga permanenza in piedi o in posizione seduta), da tosse, starnuto e defecazione. Al contrario flettere le gambe attenua il dolore.

Cruralgia, radice L3-L4, Sciatica laterale, radice L4-L5 , Sciatica posteriore radice L5-S1.

Al dolore si associano parestesie (formicolii) e deficit sensitivi (46%), alterazioni dei riflessi tendinei (50%) ed ipostenia o riduzione della forza (29%) che riguarda soprattutto i movimenti del piede e, può essere verificata sollevandosi sui talloni o sulle punte dei piedi.
Nel primo caso indica un deficit motorio dovuto ad un’ernia L4-L5, nel secondo caso un deficit dovuto ad un’ernia L5-S1.

Molto raramente l’ernia si manifesta con la sindrome della “cauda equina” con difficoltà nel controllo delle urine e delle feci, oltre che deficit della forza degli arti inferiori, specie nei movimenti del piede.

Ernia Cervicale

Meno frequente dell’erniazione dei dischi lombari, può manifestarsi in soggetti di qualunque età.
Insorge, spesso, in seguito a sollecitazione repentine attive o passive (come nei traumi, es. tamponamenti: ernia discale acuta da colpo di frusta) ma, non sono così rare perché dovute ad anni di Atm (articolazione temporomandibolare) in chiusura (serrare i denti o digrignare), tensioni nervose e rigidità del collo.

Similmente all’ernia del disco lombare o dorsale, anche in questo caso si può avere:
– ernia discale mediana, in cui il nucleo polposo protruso comprime medialmente il midollo spinale
– ernia discale laterale, in cui viene compressa la radice nervosa (più frequente dell’ernia discale mediana).

Le sedi più colpite sono C5-C6 e C6-C7 per via della loro maggiore mobilità (dove per “C” si intende vertebra cervicale, e con il numero si individua la vertebra).

Le vertebre infatti vengono numerate dall’alto in basso: il tratto cervicale comprende 7 vertebre, 12 il tratto dorsale, 5 il tratto lombare, 5 il tratto sacrale e 4 o 5 coccigee, che sono fuse tra loro. 4 o 5 perché gli esseri umani possono avere 33 o 34 vertebre.

Vediamo in dettaglio cosa provoca al paziente un’ernia discale cervicale a seconda della radice colpita.

Ernia del disco C3-C4 o cervico brachialgia C4: Compressione della radice C4, con dolore alla regione scapolare

C4-C5 o cervico brachialgia, caratterizzata da dolore alla regione scapolo omerale, con conseguente ipotrofia del muscolo deltoide (spalla). Obiettivamente il paziente oltre al dolore nella regione sopra menzionata, presenterà anche una riduzione della forza del deltoide valutabile contro resistenza durante la visita con lo specialista.

C5-C6 Si ha la compressione della radice C6, con dolore e parestesie (formicolii) localizzati al deltoide, parte laterale del braccio, avambraccio e pollice.

Obiettivamente si evidenzierà un deficit motorio del bicipite brachiale, con riduzione dei riflessi dello stesso e dolorabilità alla pressione del collo specie in corrispondenza del disco erniato.
Esordisce con improvviso dolore cervicale che tende a diminuire nei giorni successivi; il paziente tende ad assumere delle posizioni antalgiche (torcicollo da ernia del disco).

C6-C7 Compressione della radice C7; dolore e parestesie al braccio, avambraccio posteriore, dorso della mano fino al dito medio.


Obiettivamente si avrà deficit motorio del tricipite brachiale (parte posteriore del braccio) e degli estensori del carpo e delle dita, con deficit del riflesso tricipitale.

Ernia del disco Dorsale

E’ una condizione molto rara, per via dei rapporti anatomici. Infatti il disco e le radici nervose vengono poco in contatto l’uno con l’altro dato che le radici entrano nei forami di coniugazione dopo pochi millimetri dalla loro emergenza. E’ evidente quindi che, solo quando l’ernia impegnerà questi pochi millimetri si manifesterà la sintomatologia.

Diagnosi

Si basa sull’esame clinico ma viene confermata dai reperti radiologici.
Alla radiografia diretta, il rachide può non presentare anomalie, anche se in circa il 60% dei casi si può rilevare restringimento degli spazi vertebrali e perdita o diminuzione della fisiologica lordosi cervicale. Tuttavia l’Rx è stata praticamente soppiantata da indagini più precise e sofisticate quali la TC e la RMN (risonanza magnetica).

Quanto male…

Ricordatevi che se non si soffre, non ci si evolve…però il fastidio che si sente quando un’ernia o protrusione comprimono il midollo od i nervi spinali è…elettrico ,intenso, spinoso, rosso come il fuoco, doloroso, acuto, immobilizzante, pesante, comprimente, tensivo, profondo e rompi palle ma, bisogna combatterlo, immaginare di prenderlo e buttarlo via, fare di tutto, tranne stare fermi a pensarci perché, non dovete dargli importanza altrimenti cresce quindi, muovetevi per quel che riuscite, leggete, fate una crescita evolutiva, provate a pensare che quando passerà sarete delle persone migliori quindi, preparatevi.

Non date peso al mal di schiena altrimenti, neanche troppo subdolo, si insinuerà in ogni vostro neurone e sinapsi e vi porterà dolore in tutto il corpo, vi bloccherà corpo e mente, se non vi muovete vincerà lui e se ciò accade farete la fine che molti altri hanno fatto (antidolorifici, oppiacei, antidepressivi e così via), andate oltre, se doveva venirvi male alla schiena un motivo c’è, pensare ora il perché non vi cambia nulla, dovete invece pensare che se lo affrontate per sconfiggerlo ce la farete, d’altronde chi combatte contro il lupi, diventa anche lui un lupo!

Fatevi aiutare da chi ha le competenze necessarie e realmente conosce il problema o addirittura l’ha vissuto come il sottoscritto , che è sprofondato e poi è risalito, si è depresso e poi è ripartito, stava naufragando ed ha combattuto ogni singola onda, uscendo più forte e più sensibile. Sensibile perché il mal di schiena aumenta la vostra sensibilità, dentro e fuori e, quando sarà passato casomai, cercherete di capire perché vi è venuto.

Considerando che le cause possono essere le più disparate, dal lavoro ai vizi posturali, alla genetica, all’obesità, ad un incidente, alla vecchiaia e osteoporosi, ad una caduta, ad una predisposizione, a sforzi ripetuti e/o sbagliati in certi sport o sollevando pesi esagerati…

Come Kinesiologo è giusto dire che, comunque, anche le emozioni bloccate possono amplificare problematiche di una schiena già in scarsa salute, così come la disidratazione e la assenza di certe vitamine o minerali ma, lo approfondiremo in un altro momento.

Dovete fare GINNASTICA mirata al vostro singolo caso, con un Personal Trainer e Kinesiologo che sappia come e cosa fare, ricordandovi che, anche un solo esercizio sbagliato potrebbe farvi rimanere nuovamente bloccati e, purtroppo, professionisti in materia che sappiano fare le cose con cautela e sicurezza sono pochi.

L’esperienza e la sensibilità portano al risultato.

L’esperienza prevede molti anni di lavoro su questi casi, avere studiato, sapere leggere ed interpretare RMN, Tac e Raggi e, la sensibilità, che serve per sapere come approcciare e gestire un cliente che soffre o ha sofferto molto.

Che muscoli rinforzare, che esercizi fare, per quanto tempo, per quante volte, seduti, in piedi, distesi…lasciate stare, non ci pensate… contattatemi e ci Rimettiamo in pedi Insieme, adesso, perché ogni giorno che aspettate è un giorno in più che date al vostro male per crescere…Fidatevi ed affidatevi.

Chies Stefano
Kinesiologo, chinesiologo, Personal Trainer e Formatore

Mi occupo di migliorare la Vita a chi soffre di Paraformismi e Dismorfismi (ernie, scoliosi, ecc…), da oltre 20 anni, attraverso ginnastica specifica, di caso in caso, seguendo l’istinto e l’esperienza, mettendo in pratica studi di Medicina Cinese e chinesiologia.
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KINESIOLOGIA sistematica

Perché conoscersi è la chiave per stare bene e quanto un metodo come quello della Kinesiologia ci permette di avviare un processo di guarigione che è prima di tutto interiore ma può essere rivelato e catalizzato da un bravo terapeuta

La guarigione, la voglia di conoscersi e stare bene.


Non si dà che la voglia di stare bene passi per qualcosa di diverso dal comprendere cosa è per noi il bene, il volersi e darsi del bene.

C’entra con la capacità di dire di no a qualcosa che non è utile, a non tradire le nostre aspirazioni e la voglia di mettersi in gioco in modo sereno e comunque entusiasmante.

Di base vale per tutti gli ambiti, incluso il movimento e l’alimentazione.

Prendiamo un esempio classico: se so che un largo consumo di zuccheri non mi fa stare bene, diminuisce la mia energia e drena sul lungo periodo l’energia vitale; quindi non posso eccedere, specie in un momento in cui ho bisogno di portare a termine progetti o farli nascere.

Ciò che mangiamo influisce sulla nostra resa allo stesso modo in cui muovere il corpo è vitale e incide sul modo in cui percepiamo noi stessi e ci rapportiamo con l’altro.

Sono i muscoli a permetterci il movimento e il modo in cui li nutriamo (sia attraverso il cibo, che mediante la respirazione e le emozioni) fa una grande differenza.

Quando si manifesta un disequilibrio è facile avere paura o perdersi nelle possibilità, con il rischio di colpevolizzarsi invano.

Un Kinesiologo in questa fase può aiutare davvero tanto. 

Comprendere come nutrire i muscoli


Tutto ciò che ci rende deboli lo creiamo con abitudini e convinzioni o per via di conseguenze legate a vari tipi di traumi. Il Kinesiologo lavora su piani differenti e soprattutto opera insieme a chi a lei o lui si rivolge.

I piani sono quello fisico, nutrizionale, energetico ed emotivo. Siamo di fatto l’insieme complesso di queste variabili e non possiamo non tenerne conto.

Ma può ad esempio capitare che il versante emozionale prenda il sopravvento senza che in noi ce ne sia reale consapevolezza.

Per questo una visita dal Kinesiologo equivale a un passo verso la conoscenza di sé.

Arrivare a capire che siamo fatti in un modo per il quale un’emozione ci può sovrastare e molto vuol dire diventare consapevoli.

Allo stesso modo, le domande del kinesiologo e le informazioni che si raccolgono insieme durante il test kinesiologico sono fondamentali per rivedere le abitudini a tavola.

Spesso si fanno delle vere e proprie indagini su intolleranze e si testa la reazione del corpo a determinati alimenti e questo consente di raccogliere ulteriori informazioni, magari mai ottenute prima o conosciute ma trascurate per negligenza o forme di auto-sabotaggio verso al propria salute.

Anche dall’osservazione della postura il kinesiologo trae moltissimi dati tutti utili per comunicare come portarsi al meglio nel passo e nella posizione di stazione eretta o seduta.

Si eseguono i test dei fiori di Bach o Australiani e la floriterapia è un altro strumento utile per capire che fase si sta passando e come poter far fronte a ostacoli materiali, mentali o emotivi attraverso il sostegno di ciò che viene dalla natura.

Il kinesiologo aiuta nel processo di ri-sintonizzazione con se stessi, nel cammino verso un’accettazione di sé piena e incondizionata, aiutando a comprendere quali possono essere i nostri margini di miglioramento.

La guarigione inizia già quando viene la voglia di rivolgersi al kinesiologo, di fatto, in quanto si fa prevalere quell’impulso a stare meglio.

È nel momento in cui si avvia il percorso che l’avventura può diventare davvero sensazionale, se ci si ascolta, se ci si affida, soprattutto, al proprio corpo.

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TUTTO è UNO

La VITA è l’ARMONIA degli OPPOSTI
Non c’è NOTTE senza GIORNO
Non c’è ACQUA senza FUOCO
Non c’è PIACERE senza SOFFERENZA

Il TAO è da sempre l’unione dello YIN (femmina) con lo YANG (maschio)

Tiziano Terzani

TUTTO è UNO è un concetto che l’occidente ha perso, come dice Tiziano Terzani nel video che trovate nell’articolo, l’occidente tende a classificare tutto o è bene o è male, o è bianco o è nero, in realtà l’universo è tutto, in armonia.

Tutto fa parte dell’universo, ne determina lo scorrere delle stagioni, ne determina la vita e l’uomo non si può opporre.

Nel fitness molti pensano che l’allenamento è bene, un buon pasto appagante è male, in realtà il benessere fisico si ottiene anche con il benessere psicologico, con l’appagamento personale. Così due opposti se in armonia portano ad un risultato migliore delle singole parti.

Per noi il TUTTO è il programma di allenamento, una buona alimentazione di qualità, la cura del corpo e della mente che perseguiamo con i nostri prodotti e i nostri servizi per proseguire sul cammino della salute e del benessere personale che diventa il nostro UNO

Quest’armonia degli opposti la trovate nel nostro team, professionale, attento e severo, ma con cui ridere e scherzare, attento all’aspetto umano oltre che a quello prettamente fisico, lo trovate nelle nostre sedute di Kinesiologia sistematica, per ritrovare l’equilibrio interiore.

Vi lasciamo una delle ultime interviste di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore, vissuto in Asia per molto tempo che in questo breve video ci ricorda un concetto a cui spesso non pensiamo …

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SUGGERIMENTI SU COME UTILIZZARE I NOSTRI PRODOTTI

Colazione

Biscotti “Saraceni” si abbinano divinamente al vostro The o Caffè, oppure fette biscottate integrali accompagnate dalle nostre Composte di sola frutta della Valtellina, prova Mirtilli, Fragole e Kiwi.

Per finire un bicchiere di Succo di Mele della Valtellina, senza zucchero ovviamente !!!

Desiderio di dolce ? ok ma fallo naturalmente, degusta il Miele Millefiori della Valtellina magari accompagnato dalle Nocciole Tostate del Piemonte, una bontà !!!

Miele ottimo anche prima di un allenamento con il tuo PT oppure una corsa in bici od a piedi, nutriamoci di ENERGIA NATURALE !!!

Pranzo

Solo Cereali di Qualità: prova gli spaghetti o le Penne di Grano Saraceno accompagnati dai Pomodorini ed utilizza l’olio degli stessi per il condimento (stiamo parlando dell’olio Pluripremiato De Carlo!!)

Se invece ti piace il Riso abbiamo scelto per te l’Integrale o il Riso Venere che può essere condito con un cucchiaio di Olio Biologico De Carlo, ti sentirai benissimo e la digestione non sarà mai un problema, aggiungi anche del Parmigiano ed il pasto sarà completo!!!

Se cerchi qualche sfizio salato puoi provare l’antipasto Piemontese o le STREPITOSE Olive Leccine e, se ti piacciono i Carciofini della Puglia …abbiamo anche quelli

Spuntino o pranzo frugale

Abbiamo pensato a te con le Focacce Proteiche Grano SALIS in 3 gusti , ottime per spuntini a metà giornata o pasto frugale ma sano davanti al PC (non lo consigliamo ma, a volte capita…).

Queste focacce con farine selezionate ed Olio Ligure hanno più proteine di un petto di pollo, sono sanissime, adatte anche per Vegani o Vegetariani.

Week end

Meglio sgarrare poco durante la settimana ma, nel we concediamoci qualche “piacere naturale”, ecco che puoi aggiungere ai tuoi secondi la Polenta Taragna (abbiamo la farina istantanea più buona che ci sia), a colazione potresti assaggiare la Crema di Marroni sulle fette biscottate…mmmmmhhhhh…..

Se vuoi sentire gusto di Piemonte devi assolutamente assaggiare la Crema della Passione con nocciole del territorio ma, senza esagerare…

Se vuoi ulteriori info su abbinamenti o altro non esitare a contattarci e segui le nostre idee “alimentari” sui Social !!!

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W = WELLNESS

“Il manuale del Trainer dalla A alla Z” di Stefano Chies

Il Wellness è un concetto in voga negli ultimi anni, s’intende tutto ciò che è benessere psico–fisico, tutti i tipi di attività motoria ma non solo (incluse tecniche di meditazione, respirazione…) che, tendano a riportare l’individuo ad una condizione di salute migliore (o comunque non peggiore) rispetto allo stato iniziale.

Da considerarsi in tutto ciò è ovviamente anche l’elemento “sana alimentazione”, altrimenti il tutto non avrebbe senso.

Molti lo definiscono una filosofia di vita, ovviamente nel caso dell’istruttore sarebbe meglio se così fosse ma, come in tutte le cose gli estremismi non sono la soluzione migliore, quello che dobbiamo raggiungere è l’equilibrio quindi, il mio consiglio è di vivere Wellness al 90% (rispettando tutti i parametri e le caratteristiche dei Biotipi, secondo non solo i principi occidentali ma, molto utile potrebbe esservi uno studio su Ayurveda di Chopra e scoprirete cose incredibili…), cioè cercare ogni tanto di cedere alle tentazioni alimentari e sapere anche quando è il momento di rilassarvi e riposarvi (consapevolezza), non per forza fare attività “stressanti” ogni giorno, ricordo che alimenta in modo importante il nostro Wellness anche una seduta di Pilates o Yoga e perché no, 15 minuti o più di meditazione.

Quindi siate Wellness ma, al 90%, così facendo lo sarete in verità al 100%, perché il restante 10% sarà l’appagamento che state dando al vostro Ipotalamo e non solo, che troppo spesso non viene considerato; questa ghiandola del Sistema Nervoso Centrale comprende molti nuclei che regolano molte funzioni somatiche come: il sonno, l’appetito, la termoregolazione, il bilancio idro–salino e l’espressione degli stati emotivi.

STEFANO CHIES

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POSTURA E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE

Questa che si vede nell’immagine è la situazione che si presenta nell’87% delle Schiene di persone Over 35 in Italia ed in Europa ma, cos’è ?

La famosa Protrusione o Ernia o Bulging, qui evidente maggiormente in L3 ed L4 (terza e quarta vertebra lombare) ed L4 ed L5, per terminare con piccola protrusione su L5 ed S1 (dove S sta per sacrale)

Sembra un paradosso ma, la maggior parte delle persone ne sono affette solo che, fino al manifestarsi del dolore o di un blocco (colpo della Strega) non ce ne si accorge e ci si può tranquillamente convivere.

Peccato che comunque prima o dopo nella vita accade che si abbiano problemi di questo genere, anche se, come dico spesso le schiene non sono mai uguali, possono anche essere simili a vista di RMN o TAC ma, ai fini di dolori od immobilizzazione (perché dipende se a soffrire è maggiormente un nervo sensorio o motorio) è per tutti una storia diversa, SI SIMILE ma….DIVERSA.

Così negli anni ho portato avanti studi su centinaia di schiene da trattare perché parecchie sono le patologie al rachide: scoliosi di vario genere, rotoscoliosi, iperlordosi, ipercifosi, rettificazioni dei tratti , ernie, protrusioni, spondilosi, ecc…ed ho capito che il PROTOCOLLO in questo caso è il NON PROTOCOLLO, ogni persona che soffre di dolori “alla schiena” va presa per mano, guidata, accompagnata in un percorso Antalgico e Posturale che sarà solamente il SUO percorso, con tutto quello che le serve, a partire da nozioni di Back School (consigli sul come comportarsi nella quotidianità) per poi passare ad esercizi specifici per patologia, con ripetizioni e recuperi che saranno del tutto personali, poi stretching avanzati di vario genere (P.N.F. per citarne uno…) ed esercizi di allungamento e rilassamento.

Nel Nostro Centro troverai Professionisti in grado di ACCOMPAGNARTI  nel percorso migliore alla SALUTE della tua SCHIENA, VERAMENTE.

Insomma trattare una postura o una “schiena” non è affare da principianti, bisogna avere Pazienza, Amore, Passione, altrimenti si va ad insegnare altro che va bene lo stesso…

Nel percorso POSTURALE e Rieducativo trattiamo anche persone in fase PRE e POST Operatoria (ginocchia, anca, spalla, ecc…) e ci avvaliamo del costante supporto di Professionisti Esterni (fisioterapisti od Osteopati) quando serve. Trattiamo persone che hanno subito amputazioni causa incidenti o malattie.

Trattiamo persone affette da malattie varie (ovviamente sempre con Certificato del proprio Medico che Autorizza alla Ginnastica)

Insomma come potrai avere capito NON siamo una sala giochi ma, ci prendiamo REALMENTE cura della singola persona perché così come la schiena (che ognuno ha la sua), lo stesso vale per la propria STORIA personale.

STEFANO CHIES

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I BIOTIPI

NELLA VITA PREOCCUPATI PIU’ DELLA TUA COSCIENZA CHE DELLA TUA REPUTAZIONE.
PERCHE’ LA COSCIENZA E’ QUELLO CHE TU SEI, LA TUA REPUTAZIONE E’ CIO’ CHE GLI
ALTRI PENSANO DI TE. E QUELLO CHE GLI ALTRI PENSANO DI TE E’ PROBLEMA LORO.

CHARLIE CHAPLIN

Dal greco Bios = vita e Tipos = impronta

Ognuno di noi appartiene ad una costituzione o genotipo che ci dice chi siamo, ci viene trasmessa geneticamente dai nostri genitori, per ogni costituzione consegue una predisposizione che ci dice come potremmo essere.

In base alla nostra costituzione ed in base agli studi del Professor Jean Vague intorno agli anni ’40, possiamo definirci ANDROIDI, dal greco Andros che vuol dire Uomo, o GINOIDI, dal greco Ghinè – Ghiunaicos che vuol dire Donna (biotipi costituzionali). Quando si parla di questi biotipi o fenotipi si intendono persone obese o sovrappeso.

Per stabilire l’appartenenza ai suddetti Biotipi si deve effettuare una semplice operazione di calcolo: CIRCONFERENZA VITA / CIRCONFERENZA FIANCHI

  • UOMO
    • > 0,91 ANDROIDE
    • < 0,91 GINOIDE
  • DONNA
    • > 0,81 ANDROIDE
    • < 0,81 GINOIDE

Partiamo dal presupposto che la stragrande maggioranza degli uomini sono ANDROIDI e gran parte delle donne sono GINOIDI ma possiamo trovare anche donne androidi e uomini ginoidi, oppure chi presenta entrambe le caratteristiche, sarà definito di obesità mista.

I Ginoidi si riconoscono ad occhio per la loro forma a pera; accumulano grasso nella regione dei fianchi, glutei e cosce, hanno di conseguenza la parte superiore molto magra, a livello lombo-sacrale vi è una accentuazione della fisiologica curva lordotica, con anteroversione del bacino, con una buona profondità dello stesso, sono definiti Ipolipolitici cioè perdono difficilmente grasso e specialmente nei soggetti femminili sono predisposti a problemi di circolazione nelle gambe…e fragilità capillare.

Nel tempo possono andare incontro alle seguenti problematiche:

  • Linfatismo
  • Fragilità capillare
  • Ristagni sanguigni
  • Problemi di circolazione alle estremità (mani e piedi freddi)
  • Cellulite localizzata su cosce, fianchi, glutei

Il Ginoide per le sue caratteristiche costituzionali ha un rallentamento metabolico nelle prime ore del mattino, cioè tenderebbe a non alzarsi mai dal letto e soffre di bradipragia (fare lento), mentre torna ad essere attivo nella seconda parte della giornata e di conseguenza alla sera non andrebbe mai a dormire.

Gli Androidi definiti volgarmente a mela per la classica forma di accumulo di grasso nella regione addominale, dorsale, pettorale e sottomento, hanno di conseguenza la parte inferiore molto magra. Di norma a livello lombo-sacrale c’è una riduzione della curva fisiologica, con retroversione del bacino e glutei piatti. Sono definiti iperlipogenetici cioè: accumulano facilmente grasso.

Nel tempo l’androide può andare incontro alle seguenti problematiche:

  • Fragilità capillare
  • Diabete
  • Colesterolemia
  • Ipertensione
  • Cardiopatie

Per la sua costituzione è un biotipo che ha forte attività di pensiero, che ragiona molto e questo fattore a livello emotivo comporta una grande produzione di stress, con conseguente produzione di ormoni catabolici, in particolare il cortisolo, che essendo iperglicemizzante ha capacità di captare e catturare zuccheri creando questa reazione a catena:

STRESS > produzione CORTISOLO > assunzione di cibo per sedare lo stato emotivo (prevalentemente zuccheri rapidi) > accumulo di grasso

Tra i due tipi di obesità, quella più a rischio è certamente quella androide, perché più soggetta a problemi metabolici e cardiovascolari, infatti, l’accumulo di grasso viscerale impedisce agli organi di svolgere la loro normale funzione, sovraccaricandoli in generale, ed il cuore (motore principale) sarà il primo ad accusare queste problematiche, sono molti infatti gli androidi con ipertensione, tachicardie ed altre problematiche simili.

Due parametri che sono segnale di rischio sono le circonferenze della vita (1 cm sotto l’ombelico), che non dovrebbero superare 101 cm nell’uomo e 90 nella donna.

In questi anni di lavoro nel settore del fitness la difficoltà maggiore che ho avuto è sempre stata quella di fare perdere massa grassa a soggetti androidi o ginoidi.

Il biotipo androide è anche detto “nervoso alimentare” e “sedentario costituzionale”, proprio perché solitamente non è un grande amante dell’attività fisica e sfoga le sue tensioni in quella che ormai è definita “Junk Food”, ovvero cibo spazzatura di scarso valore nutritivo, come merendine, snack e cibi confezionati, con questa indole è ben difficile ottenere risultati in fase di dimagrimento ma, un androide che si mette a dieta e persevera, nel tempo ottiene buoni risultati; discorso diverso per il soggetto ginoide che essendo ipolipolitico, sebbene segua una sana alimentazione e faccia la giusta attività fisica; la donna ginoide solitamente è amante dell’attività fisica e sembra non stancarsi facilmente, troviamo molte più donne che fanno jogging rispetto agli uomini ma, dovrà sempre vedersela con i problemi “circolatori” degli arti inferiori che “bloccheranno” una decisa perdita di massa grassa, e, quando ci sarà, sarà comunque minima.

A prescindere dall’ambito di appartenenza infatti:

  • Ginoide: Venoso/Arterioso/ Misto/Ormonale
  • Androide: Nervoso/Alimentare/Sedentario Costituzionale

Da più di 10 anni ci siamo SPECIALIZZATI nell’allenamento per questi due biotipi e credo sia giusto parlarne:

  • Il soggetto ginoide dovrà effettuare esercizi a circuito che tendano a vascolarizzare e migliorare la circolazione dei muscoli della parte inferiore del corpo, evitando quegli esercizi che vanno ad «occludere il tratto safenico», il tutto partendo dal basso e stimolando con un massaggio plantare la soletta di Lejars, vero e proprio cuore periferico, a salire con esercizi per i polpacci che tendano ad aprire le “valvole safeniche”, poste al centro dei due gastrocnemi, ed a salire tutti gli altri muscoli delle gambe: bicipiti femorali, quadricipiti, adduttori, abduttori e glutei, per favorire la vascolarizzazione e portare il sangue al cuore, evitando tutti gli esercizi che bloccherebbero questa funzione come ad esempio: squat ed affondi piuttosto che altri (bicicletta o step)
  • Il soggetto androide dovrà effettuare esercizi a circuito che portino a migliorare la circolazione dei muscoli della parte superiore del corpo, evitando di porre il soggetto a compiere esercizi a terra perché questo causerebbe sbalzi pressori a lui non congeniali, ed evitare troppi esercizi per addominali perché tendono a chiudere il diaframma che in questo biotipo è già abbastanza bloccato.

Il metodo migliore per entrambi sarà quello di fare eseguire inizialmente 15 minuti di attività cardiovascolare (65 – 75% della F.C. max), successivamente un circuito isotonico di 6 o 7 esercizi a basso carico (55 – 65% del RM), con ripetizioni che possono andare dalle 15 alle 20 (ripetere il circuito isotonico 3-4 volte ed infine altri 15 minuti di attività cardiovascolare.

STEFANO CHIES